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Il boom dello sci di fondo: il difficile è cominciare – la mia prima lezione sulla pista

Fabian Ruch
Fabian Ruch
Tantissime persone vanno pazze per lo sci di fondo. Il nostro autore si è lasciato contagiare da questa nuova moda e in settimana bianca si è iscritto a un corso per principianti. In quest’articolo scoprirete com’è andata la sua prima, faticosa lezione di fondo e che cosa ha imparato da quest’esperienza.

La mia prima volta sugli sci da fondo – resoconto di un’avventura di Fabian Ruch

Mi sento come se avessi sei anni. Come quella volta nel lontano 1984, quando mi sono ritrovato in cima al trampolino e non avevo il coraggio di saltare nella piscina cinque metri più sotto. Ora siamo a febbraio 2022 e io sono a Leukerbad, un po’ più vecchio (o, come si suol dire, più esperto). Eppure mi sento come se fossi di nuovo il bambino di un tempo.

 

Eppure, rispetto a quella volta, il mio compito è relativamente semplice... 

 

La discesa è lunga appena un paio di metri, non è ripida, non è stretta, non è difficile, non è gelata. Eppure il mio respiro è irregolare: per me, è una vera prova di coraggio. La sfida che mi aspetta: devo saettare lungo questo breve percorso sugli sci da fondo. E, per farlo, superare un limite interiore. Gli sci sono lunghi e sottili, ci si sente goffi e impacciati come una giraffa, riuscire a fare uno spazzaneve per acquisire sicurezza è un’impresa da giganti – almeno per me. Eppure ci riesco, non so come, ma ci riesco: certo, sono totalmente irrigidito, ma non cado – anche se mi sento comunque un po’ ridicolo, forse perché, in fondo, sono davvero un po’ orgoglioso. L’insegnante di sci sorride e dice: «Non male, anche se non sei esattamente quel che si dice elegante».

 

Così si conclude la mia prima lezione come apprendista dello sci di fondo. Andreas, il mio insegnante, mi saluta e, a mo’ di incoraggiamento, mi dice: «Sei forte, ma devi lavorare sulla tecnica: è normale, all’inizio. Altrimenti fai troppa fatica». La cosa migliore da fare, aggiunge, sarebbe prenotare altri corsi e battere il ferro finché è caldo. «Molti fanno l’errore di voler imparare tutto da soli. Tu hai del potenziale. E all’inizio non è necessario muoversi con stile. Si tratta di fare proprie le basi». 

5'500 chilometri di piste da fondo in Svizzera

Lo sci di fondo sta vivendo un boom. Come disciplina sportiva non è particolarmente spettacolare e nell’immaginario collettivo è (o meglio era) vista come piuttosto antiquata. Eppure, negli ultimi anni, gli amici e conoscenti che dichiaravano di aver trascorso l’inverno sulle piste da fondo si sono fatti sempre più numerosi. E raccontano con entusiasmo dei vantaggi che offre: fa bene alla salute e alla forma fisica, permette di stare all’aria aperta e si trovano splendide piste ovunque. Solo in Svizzera, le piste da fondo coprono una superficie di 5'500 chilometri. Quando poi i loro racconti appassionati hanno iniziato a concentrarsi sui magnifici ristoranti che costellano certi tracciati da sogno, ad esempio nell’Obergoms, si sono decisamente guadagnati tutta la mia attenzione.

La tecnica dello sci di fondo? Per me, una questione complicata

Quando si parla di tecnica, nello sport, io sono decisamente il tipo da pallone. Nonostante questo, a febbraio mi sono iscritto a un corso di sci di fondo senza avere conoscenze pregresse. Già la prima domanda mi ha messo in difficoltà: classico o pattinato? L’affascinante impiegata della scuola di fondo mi spiega che il metodo classico è più facile per i principianti. 

 

E allora, mi dico, vada per quello! Lo sci di fondo sembra facile, ma da un punto di vista tecnico è parecchio impegnativo. Tra le altre cose, occorre coordinare alla perfezione (o per lo meno in modo adeguato) braccia e gambe per trovare una respirazione adatta, sincronizzata col movimento, così da muoversi nel modo più energico possibile, risparmiando tuttavia quanto più possibile le forze. Ad esempio, quando si usa la tecnica del passo diagonale, che è la base dello stile classico, l’utilizzo del bastoncino nella mano destra dovrebbe essere accompagnato da una spinta quanto più possibile «esplosiva» del piede sinistro verso terra. Lo stesso, poi, va fatto a parti inverse – anche se io, mentalmente, sono ancora occupato a capire come funziona esattamente quella cosa di mano destra e piede sinistro. Per ora, sembra abbastanza complicato. Spesso i principianti danno la spinta con il piede al momento sbagliato, oppure si appoggiano sul bastoncino in modo troppo incerto.

Lo yoga è d’aiuto

Ci sono diversi modi di sbagliare, soprattutto nel corso della prima lezione. Mia moglie Manuela si è gentilmente dichiarata disposta a frequentare il corso con me. Devo ammettere che è notevolmente più portata di me e che non ha nessuna difficoltà a mettere in pratica la tecnica. Secondo lei, mi spiega durante una pausa in cui cerco di ricompormi respirando affannosamente, è perché pratica yoga da anni. Grazie allo yoga, a quanto pare, ha imparato e interiorizzato quei cicli di movimento che a me paiono tanto complicati ed è in grado di trovare l’equilibrio, non solo quello interiore.

 

Mia moglie si muove (o meglio, pare fluttuare come una fata) armoniosamente sulla neve, mentre io a malapena mi sposto da dove sono. Faccio fatica a trovare la coordinazione, devo continuamente riflettere su cosa fare con braccia, gambe, bastoncini e sci. E poi, la respirazione! Anche quella deve avvenire in sincronia. E tutto il movimento dovrebbe pure essere fluido, grazie. Mamma mia! 

 

Dopo circa una mezz’ora, effettivamente la situazione sembra migliorare. A volte mi pare davvero di scivolare sulla neve. Eppure respirare correttamente è per me ancora un problema che mi sarebbe piaciuto dimenticare.

 

Verso la fine della prima lezione di fondo, comunque, sono abbastanza stravolto.

Basta un breve giro per appassionarsi

La buona notizia è che ho parecchio potenziale di crescita. E mi piace molto come, utilizzando entrambi i bastoncini, ci si possa scaricare completamente, piegandosi in profondità sulle ginocchia per acquisire una velocità ancora maggiore. È un esercizio intenso che fa bene alla forma fisica.

Il mio bilancio

Ormai è chiaro per me: voglio assolutamente dare un’opportunità allo sci di fondo, se ne avrò il tempo. Ho letto alcune guide, conosco le regole da seguire in pista (che sono simili a quelle della circolazione stradale) e so che è più importante andare ad allenarsi più spesso anziché più a lungo. Il che vuol dire che sono meglio tre sessioni di un’ora che una di tre ore.

 

Inoltre, un altro punto a favore è che la carriera nello sci di fondo può essere iniziata con un investimento finanziario relativamente ridotto.

 

Di rientro dalle ferie, un buon amico, da secoli appassionato di snowboard, che ha sempre sminuito perfino gli appassionati di sci alpino come «piccoloborghesi», mi ha rivelato che da quest’inverno ogni suo giorno libero è dedicato allo sci di fondo.

 

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